Introduzione
Le allergie alimentari sono in costante aumento nei Paesi occidentali e coinvolgono sempre di più famiglie e bambini. Oltre alla genetica, due fattori si rivelano decisivi: il microbiota intestinale e la permeabilità intestinale o “leaky gut”. Comprendere come un nutrizionista affronta questi aspetti ti aiuta a prevenire e gestire le allergie con un approccio personalizzato.

Panoramica sulle allergie alimentari
Negli ultimi anni l’incidenza delle allergie alimentari è cresciuta notevolmente. La scarsa esposizione a microbi benefici e il deterioramento della barriera intestinale favoriscono la sensibilizzazione agli allergeni. Il nutrizionista valuta la storia familiare, lo stile di vita e l’alimentazione per ridurre il rischio di reazioni avverse.
Il microbiota intestinale
Un microbiota equilibrato, composto principalmente da Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria e Proteobacteria, è fondamentale per:
- Mantenere l’integrità della barriera intestinale
- Produrre vitamine e acidi grassi a catena corta (SCFA)
- Modulare le risposte immunitarie, favorendo le cellule T regolatorie
Quando si instaura una disbiosi, spesso nei primi anni di vita, il rischio di sviluppare allergie alimentari aumenta. Un nutrizionista propone alimenti fermentati (yogurt, kefir) e fibre prebiotiche per riequilibrare la flora.
Barriera intestinale e “leaky gut”
La barriera intestinale è costituita da:
- Mucosa (mucine, IgA, enzimi)
- Cellule epiteliali con tight junctions (occludine, ZO-1)
- Sistema immunitario GALT
Un “leaky gut” permette il passaggio di antigeni alimentari nel circolo ematico, stimolando risposte Th2 e produzione di IgE. Il nutrizionista suggerisce nutrienti riparativi (glutammina, zinco) e alimenti anti-infiammatori (curcuma, zenzero) per rinforzare le giunzioni cellulari.
Meccanismo dell’allergia alimentare
Nei soggetti predisposti, l’esposizione a proteine alimentari attiva il profilo Th2:
- Rilascio di IL-4, IL-5, IL-13
- Produzione di IgE specifiche
- Degranulazione di mastociti e basofili
Un’epitelio più permeabile facilita questo processo. Il nutrizionista monitora i sintomi e consiglia test per identificare gli allergeni scatenanti.
Ruolo del microbiota nella tolleranza
Ricerche su modelli animali e studi clinici mostrano che:
- Trapianti di microbiota da soggetti con FA inducono allergie nei topi
- Gli SCFA (soprattutto butirrato) favoriscono la tolleranza immune
- Batteri benefici come Clostridiales, Lactobacillales e Akkermansia muciniphila modulano positivamente le risposte immunitarie
In collaborazione con il tuo nutrizionista, puoi integrare ceppi probiotici mirati e alimenti ricchi di fibra solubile per supportare un microbiota sano.
Strategie terapeutiche emergenti
Prebiotici (FOS, GOS, inulina): stimolano i batteri buoni e la produzione di SCFA, ma vanno dosati con cautela per evitare gonfiore.
Probiotici e postbiotici (L. rhamnosus GG, Bifidobacterium spp.): equilibrano il rapporto Th1/Th2 e rafforzano la barriera senza rischio infettivo.
FMT (Fecal Microbiota Transplantation): promettente nei modelli murini e oggetto di studi clinici, ad esempio per l’allergia alle arachidi.
Il nutrizionista valuta percorsi integrati—dieta, probiotici e, dove indicato, protocolli sperimentali—per personalizzare la prevenzione e il trattamento.
Conclusione
La disbiosi intestinale e la “leaky gut” sono cardini nella genesi delle allergie alimentari. Un approccio nutrizionale mirato dal nutrizionista, che includa dieta, probiotici, prebiotici e strategie innovative, rappresenta oggi la frontiera più promettente per prevenire e gestire le FA.
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